La partenza, un treno notturno,
il vuoto come forza motrice,
un viaggio senza bagagli
verso una terra straniera.

"Un punto a metà tra la stanza e il cielo, tra la luna e la città",

Il campo di battaglia sospeso nella tensione
tra gli opposti, tra chi studia l'avversario
colpendo con precisione e chi ha
come unica arma un grande scudo e poca mira.

Il mare, alleato di chi attacca,
la nebbia, al fianco di chi si difende,
chi ciecamente si nasconde,
nel freddo la febbre.

E dunque il caldo, la luce come arma
negli occhi aperti dopo un lungo letargo,
cerca un riflesso, un ritorno di luce,
uno sguardo di chi guarda altrove.

Il riconoscimento e la sua lotta,
la lontananza che si fa prossimità
nella ricerca di un linguaggio
tra lingue straniere e contraddizioni.


Il ritorno, un treno notturno,
le coordinate dell'assenza da sè
ritrovate ora in sè, un ricordo
ora presente, conduce a casa.

"E dal centro del petto, cominci a rinascere"

E in una violenta tenerezza le luci della sala si riaccendono e, da spettatori risaliamo dal profondo viaggio condotto da Alissa Jung all'interno del suo primo lungometraggio, forse con la sensazione di sussurrare, come suggerisce, nei titoli di coda, la voce di Luca Marinelli:

"E tu che mi capisci bene,
rimani un po'"

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=3f1fHcOqdko